Correva l’anno 1979 e si tenevano in abbinata le elezioni comunali e quelle politiche. Dopo la militanza nella federazione giovanile socialista pensai di provare cosa significasse davvero fare politica passando dalle idee, dai valori, alle scelte, ai fatti.
L’esito elettorale fu notevole e da allora per tre mandati svolsi il ruolo di consigliere comunale socialista, capogruppo del PSI, senza mai entrare in giunta. E’ stata un’esperienza formativa importante nella mia vita di politico e di uomo. Accanto a mio padre avevo imparato che la politica significava innanzitutto pensare all’uomo, ai suoi problemi individuali e collettivi, alle sue speranze e ai suoi progetti. In Comune e poi in Regione, andai lì per quindici anni, e successivamente al Parlamento italiano e a quello europeo, non ho mai dimenticato il valore della persona e il dovere di portare rispetto, attenzione, ascolto.
Spero che il portale progressivamente si arricchisca di quasi tutto il mio lavoro ai vari livelli, così ognuno potrà ascoltare, leggere, trarre qualche spunto o fare qualche critica.
Voglio parlare invece dei tanti amici che ho incontrato come colleghi in consiglio comunale, senza dimenticare l’impeccabile segretario comunale Vincenzo Petrocelli.
Ho imparato tantissimo dalla determinazione a volte dura e tenace di Pasquale Mitidieri, più volte Sindaco, che mi sapeva dire, prima che entrassimo nelle case, nomi e cognomi di tutti gli abitanti di Lauria.
Ed è stato un arricchimento prezioso condividere lo scranno comunale con uomini della levatura morale e culturale, di Nicola Calcagno, Carlo Albamonte, Giantonio Rossini, Antonio Pisani.
E di aver sostenuto l’azione amministrativa di assessori efficaci, competenti e simpatici, come Nicola Cantisani, Lello Boccia, Mimmo Riccio, Giacomo Carluccio, Raffaele Limongi e Vincenzo Manfredelli (entrambi scomparsi), Vittorio Magliano e Pietro Faraco, socialisti della prima ora.
Imperdibili i brindisi a rima baciata nelle cene del dopo consiglio, quasi mai prima di mezzanotte, in cui eccelleva ed eccelle Lello Boccia: “mentre tengo il bicchiere in mano brindisi faccio a Vittorio Magliano”.
Proverbiale la meticolosità con cui Antonio Petraglia proponeva i dossier su tanti problemi che intendeva portare in consiglio, o la capacità di resistenza e di equilibrio anche nei duelli politici più aspri, di Gino Alberti, o la bravura nel tessere le relazioni del consenso di Domenico Cirigliano, o la bonomia di Giuseppe Chiarelli (detto zia Pippa), o l’entusiasmo di Pasquale Scaldaferri, l’irruenza di Silvano Papaleo, l’eleganza forbita dell’eloquio di Mario Grippo, la costanza della presenza e dell’impegno di Vito Matteo, Peppino Carlomagno, Mario Fraudatario, Peppino Boccia, Vincenzo Del Duca, l’ing Cosentino, Domenico Limongi, Giovanni Labanca, Nicola Caimo, Vito Rossi, Egidio Lamboglia, Biagio Scaldaferri, prima di esser mio suocero, è stato un grande socialista e un immenso lavoratore.
La politica lo appassionava, questo il rapporto con la gente. Amava il garofano rosso, e portò in consiglio comunale tutto il suo ardore socialista.
Rodolfo Mignone, un mito, un uomo raro per la sua generosità, la sua intraprendenza politica, il suo coraggio e la sua instancabilità. Imprenditore di successo a Milano e in Italia, aveva costruito per la sua Lauria l’Hotel Isola perché Lauria meritava di avere un Albergo di qualità. Fui io a convincere Rofoldo, con Antonio Pisani mio amico carissimo e compagno di mille battaglie, a candidarsi al consiglio comunale dove fu eletto e svolse il ruolo di ViceSindaco e assessore ai lavori pubblici e all’urbanistica.
Memorabile fu la decisione di seguire personalmente i lavori in corso soprattutto nelle contrade, dove arrivava con la sua chioma bianca a controllare di sorpresa come avvenne a Iacoia di sotto, con il compiacimento e la gioia di Giovanni Ielpo (detto il Sementaro) che da anni aveva chiesto l’asfalto della strada.
Michelino De Clemente è stato un Sindaco saggio ed equilibrato, Nicola Carlomagno, portò la sua competenza professionale nel consiglio comunale, molto attivi furono Raffaele Reale, Francesco Pepe, Romeo Cosentino e tanti altri che mi perdoneranno che non riuscirò a nominare.
Marilena Cantisani credo sia stata la prima donna a varare il portone del palazzo comunale, assumendo e gestendo con sorriso e dedizione ruoli di governo.
Quei tre mandati alternarono momenti di luce anche intensa, e momenti difficili, di ansia e di negatività. Penso a tutta la fase della chiusura della casa di cura “G. Pittella”, alle proteste e alle svolte e poi alla trasformazione in ospedale pubblico.
Ma penso anche alle battute simpatiche, che, complice la stanchezza di ore di discussione, condivano il nostro stare insieme.
Come quando si parlava della frana di Ancona e Francesco Pepe, probabilmente distratto, protestò “ma cosa dobbiamo fare noi a Cona (frazione lauriota) dove non c’è stata nessuna frana”.
Oppure quando il mitico Romeo Cosentino, il signor Romeo, chiese in giunta interventi per l’illuminazione della Madonna al Cafaro e gli rispose l’ironico Mario Grippo”a madonna t’avera (ti dovrebbe) illuminà a te caro Romeo”.
Il mio pensiero relativo a quel periodo della mia vita non può trascurare un uomo, che ci ha lasciato da anni proprio nel giorno del mio compleanno, che ha rappresentato quasi un miracolo vivente. MI riferisco ad Antoniuccio Carlomagno di Iacoia di sopra che ha accompagnato i miei primi passi in politica e la cui storia è raccontata in modo toccante da mio padre nel libro realizzato con la giornalista Rosita Stella Brienza che troverete in questo portale.
Don Renato Pisani, avvocato e comunista quando i comunisti erano accusati di mangiare i bambini, amico intimo di mio padre e di mia madre, e papà di Antonio, Sindaco, Presidente della Provincia e consigliere regionale socialista, è stato il mio mentore, la mia guida, colui che ha scoperto il mio Amore per la politica e per il Socialismo.
Don Renato era sempre presente nelle nostre giornate, memorabili ai suoi comizi nelle contrade di Lauria e al centro abitato nonostante i preti di allora facessero suonare le campane. Don Renato aveva una dote speciale: l’ironia. Ma sapeva esser ironico senza offendere nessuno. Una sera a cena a Iacoia di Sopra, con tutta la mia famiglia ospiti di Francesco “il bellizzo” che continuava con il suo intercalare “esatto, esatto, esatto”, don Renato lo interruppe e disse “esattissimo”. Aveva cambiato i nomi alle contrade di Lauria, in un glossario tutto suo: Cogliandrino in Erniandrino, Iacoia in Giacoia.
Era stato, con mio padre, Mimì Cantisani, Nicola Calcagno, Crisostomo Dodero il regista della svolta “frontista” del 68, quando, dopo decenni di amministrazione comunale democristiane, vinse la sinistra, PSI-PCI-PSDI raggiunsero 16 consiglieri contro i 14 della DC.
Ero poco più che bambino e la sera della vittoria in un nugolo di folla festante, Giampiero Mandola mi aiutò ad alzare in alto la bandiera rossa.
Uno dei consiglieri di maggioranza era l’autista della Melara, Alfonso Aurora. Quando si approssimava il voto sul bilancio ed era dunque richiesta la maggioranza assoluta degli assegnati, Aurora veniva corteggiato dalla DC che provava a sottrarre il suo voto decisivo.
E allora, complici il signor Romeo facemmo quasi un “rapimento”. Aurora fu invitato a casa mia dove alloggiò, giocammo a carte, trascorremmo un week-end come in vacanza, fino all’ora fatidica del voto in consiglio comunale.
Questa pagina è dedicata ai 15 anni di mandato in seno al consiglio comunale e che meriterebbe ulteriori approfondimenti, ricordi di lotte, episodi, questioni che non riesco ad esplicitare tutti.
Rimane però aperta: ognuno di voi che legge può arricchirla con racconti che noi aspettiamo di ricevere su giannipittella58@gmail.com
Nomina consiglieri comunale di Lauria nei mandati 1979 – 1983 e 1988