ROMA – La corsa è partita. I candidati alla segreteria Pd hanno depositato le firme necessarie per partecipare alle primarie. Il termine per la presentazione era alle 20 di stasera. È stato Gianni Cuperlo il primo a consegnare sia le firme che il documento programmatico. Questa mattina il coordinatore del suo comitato, Patrizio Mecacci, ha, infatti, depositato a Largo del Nazareno la candidatura sottoscritta da duemila firme raccolte nei circoli, alle quali si aggiungono quelle di parlamentari e dirigenti.
Nel pomeriggio è arrivata anche la candidatura di Pippo Civati, con 1881 sottoscrizioni provenienti soprattutto dai circoli, ma anche da amministratori e da qualche parlamentare. Poi è stata la volta di Gianni Pittella che ha consegnato di persona al Pd la documentazione per la candidatura al congresso. “Abbiamo raccolto più di 3.000 firme in 14 regioni, ma consegniamo solo le 2000 necessarie alla candidatura”, ha spiegato l’europarlamentare del Pd.
Pittella ha consegnato anche un documento programmatico. Non è la mozione congressuale vera e propria, per quella ci sono altri 15 giorni di tempo, ma una sorta di preambolo. Tre i capisaldi: Europa, Sud e partito federale. “Un partito europeo ed europeista che punta a cambiare le politiche di austerità, impegnato sull’obiettivo degli Stati uniti d’Europa e saldamente ancorato al Partito Socialista Europeo”. E poi “una visione unitaria” del Paese “con un ruolo forte del Sud” e delle “personalità, utili a tutta l’Italia, che sa esprimere”. Infine il partito: Pittella immagina un “Pd federale”, vicino ai cittadini e che “rifiuta il correntismo e le oligarchie romane e in periferia”. Lo slogan della campagna di Pittella sarà ‘Il futuro che vale’.
A pochi minuti dalla scadenza, anche il comitato per Matteo Renzi ha presentato la candidatura alla guida del Pd, corredata dalle firme necessarie e da un documento. Le firme raccolte sono state oltre 10mila. Nel preambolo alla mozione, sintesi delle linee politico-programmatiche, Renzi delinea un vero e proprio programma per “l’Italia che cambi verso”. Il Pd, spiega il sindaco di Firenze, deve essere aperto, più orizzontale e meno piramidale, più attento agli amministratori locali.
Intanto si è allungato l’elenco dei lettiani che sostengono la sua corsa. Nella lista ci sono diversi parlamentari e dirigenti del Pd vicini al premier Enrico Letta: tra i nomi che spiccano ci sono quelli di Gianni Dal Moro, Francesco Sanna, Francesco Boccia, Lorenzo Basso ed Enrico Borghi. Hanno firmato poi diverse decine di dirigenti e amministratori locali vicini a Letta.
Lunedì il sorteggio per la posizione in scheda. I giochi per il congresso sono fatti. Resta da verificare documenti e firme. Lo farà lunedì la commissione congresso che dovrà anche sorteggiare la posizione di ciascun candidato sulla scheda elettorale per le primarie dell’8 dicembre.
Battaglia già iniziata. Anche se la gara ufficialmente ancora non è partita, gli sfidanti già si danno battaglia. Con Cuperlo sono schierati i bersaniani e i dalemiani che contano sull’orgoglio degli ex democratici di sinistra e sulle idee più strutturate e tradizionali verso la politica del loro candidato, sensibile all’identità di una moderna sinistra per risalire nei consensi che in alcuni sondaggi interni li vedono inchiodati al 20%. Nonostante i pronostici, Cuperlo si dice convinto che il congresso possa riservare delle sorprese: “Deve ricollocare il progetto Pd nel futuro della società italiana”. A coordinare la sua campagna per le primarie sarà Patrizio Mecacci, segretario del Pd a Firenze. La contromossa di Renzi è stata quella di scegliere come coordinatore organizzativo Stefano Bonaccini, segretario del Pd in Emilia Romagna, ex bersaniano. Pittella, vicepresidente del parlamento europeo, come detto, punta sull’identità di sinistra da non scolorire del Pd e sulla collocazione senza ulteriori indugi nel partito del socialismo europeo (Pse) e nell’ internazionale socialista. Civati, che non ha votato la scorsa settimana la fiducia al governo Letta, si ritaglia lo spazio più a sinistra tra i quattro candidati: attenzione ai nuovi movimenti, al rapporto con Sel di Nichi Vendola, alle nuove generazioni di militanti piddini che hanno occupato i circoli quando è fallito l’obiettivo di eleggere Romano Prodi al Quirinale.
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