La Federazione Giovanile Socialista di cui ero segretario regionale chiese una presenza in lista per le elezioni regionali del 1980.
Richiesta assolutamente legittima ma quando alcuni dirigenti del PSI seppero che il candidato sarei stato io, si aprì una vera e propria battaglia.
Le ragioni di contrasto riguardavano il fatto che già mio padre fosse a quel tempo Senatore della Repubblica.
E questo era vero ma era altrettanto vero che io esprimevo una passione politica ed un impegno indiscutibile, un attaccamento ai valori socialisti che mi venivano non solo dalla frequentazione familiare ma dallo studio della storia e della cultura socialista.
Lo scontro fu durissimo e nonostante la direzione nazionale del PSI avesse richiesto il mio inserimento nella lista, il vertice lucano aveva deciso di lasciarmi fuori.
Craxi non lo consentì e poche ore dalla presentazione delle liste inviò un suo delegato che con grande stupore di chi si accingeva a portare l’elenco dei nomi in Prefettura, senza il mio naturalmente, assunse le redini delle operazioni e inserì il mio nominativo.
E così a 22 anni, dopo una campagna elettorale conclusa con 5.300 preferenze, diventai il più giovane consigliere regionale di Italia.
Nei tre mandati in Regione, con ruoli diversi di Presidente di Commissione, di Capogruppo, di assessore prima alla Formazione e alla Cultura poi al Turismo e alle Attività Produttive, penso di avere offerto una limpida prova di lealtà nei confronti della istituzione, di generosa attività consiliare e di governo, di rispetto verso tutti, dentro e fuori il mio partito.
Le foto, gli interventi, le registrazioni di interviste gentilmente fornitemi dalla RAI, attestano una azione frenetica, sicuramente ricca di entusiasmo e una volontà tenace di apprendimento con umiltà e attenzione.
Ed anche con quella sana capacità di autocritica che un buon politico non deve mai smarrire per migliorare sè stesso al servizio della comunità.