I rilevanti problemi di organico della magistratura ordinaria, già sottolineati dagli operatori del settore negli anni scorsi, a decorrere dalla data di entrata in vigore del nuovo codice di procedura penale, si sono accresciuti con le modifiche apportate al codice di procedura civile e con le recenti sentenze della Corte costituzionale in tema di incompatibilità giurisdizionali.
L’esigenza di un potenziamento dell’organico della magistratura ordinaria si è resa sempre più attuale ed indilazionabile per fronteggiare il costante propagarsi della criminalità organizzata. Mancano circa 1.300 magistrati in tutta Italia e soprattutto nelle cosiddette “zone a rischio”.
L’esame consisterà in una prova scritta di carattere pratico, differenziata a seconda delle funzioni giudicanti o requirenti prescelte dal candidato, che tenderà a verificare la preparazione tecnica processuale e riguarderà la stesura di uno o più provvedimenti tipici delle funzioni da assumere, ed in un colloquio diretto ad accertare la conoscenza pratica del diritto sostanziale civile e penale.
Gli uditori giudiziari così nominati, prima di assumere le funzioni, svolgeranno la fase di tirocinio “mirato” previsto dal regolamento emanato con decreto del Presidente della Repubblica 17 luglio 1998, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 171 del 24 luglio 1998, e saranno destinati a ricoprire i posti vacanti presso le sedi definite di “frontiera” o “disagiate” o con “gravi carenze di organico”, risolvendo così il delicatissimo problema di codeste sedi “sempre vacanti”. Emblematico fu il caso accaduto alcuni anni addietro di due giovani uditori giudiziari vincitori di concorso che, pur di non accettare la sede del tribunale di Gela come destinazione, preferirono dimettersi (…) è storia vera!?!
Si potrà supplire in tale modo nel breve periodo a vaste carenze di organico e, soprattutto, si valorizzerà un vasto patrimonio di esperienze concrete.
A tali fini è stata redatta la presente proposta di legge, della quale si auspica la rapida approvazione.