Intervento tenuto in data 24 giugno 1997 (seduta N. 217) “Svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni (Sicurezza opere idrauliche sul territorio nazionale; manutenzione stradale; Ente autonomo per l’acquedotto pugliese; investimenti nel settore idrico del Mezzogiorno; bretella autostradale A/30 – A/3). – Seguito della discussione e approvazione del disegno di legge in materia di incarichi di medicina generale (A.C. 3229-ter) (Esame articolo 1; esame ordini del giorno; dichiarazioni di voto e votazione finale). – Discussione del disegno di legge di conversione del DL 129/97 sulla programmazione delle cessazioni dal servizio del personale della scuola (A.C. 3717) (Esame e reiezione di una pregiudiziale di costituzionalità; discussione sulle linee generali; repliche del relatore e del Governo; esame articoli).”
“PRESIDENTE. Cominciamo dall’interpellanza Pittella n. 2-00392 (Sicurezza opere idrauliche sul territorio nazionale) (vedi l’allegato A).
L’onorevole Pittella ha facoltà di illustrare la sua interpellanza.
GIOVANNI PITTELLA. Signor Presidente, onorevole sottosegretario, come è noto il numero di opere di sbarramento degli invasi artificiali e dei territori da essi dominati è molto alto in tutto il paese: vi sono circa mille opere di sbarramento e molte di esse ricadono nel territorio meridionale. Proprio la peculiarità della situazione delle dighe nel sud aveva determinato la costituzione presso la ex Cassa del Mezzogiorno di una sezione speciale, facente capo prima al Ministero dei lavori pubblici ed oggi ai servizi tecnici nazionali.
Per stabilire le norme di sicurezza di questi invasi fu emanata dal Ministero dei lavori pubblici un’apposita circolare nel dicembre del 1987, che conteneva norme che prevedevano le procedure da adottare in situazioni di eventuale pericolo per le popolazioni. In particolare, tali norme prescrivono che, per le dighe progettate dopo la data della circolare, gli adempimenti debbano essere rispettati in sede di progetto, mentre per quelle già esistenti al dicembre 1987 gli adempimenti avrebbero dovuto essere espletati entro alcuni termini, che sono abbondantemente scaduti, senza che gli stessi siano stati posti in essere, se non in misura molto parziale. Ciò determina una grande preoccupazione, ed è proprio quest’ultima che ha ispirato la presente interpellanza, che ha raccolto adesioni numerose tra i parlamentari dell’Ulivo ed in particolare tra quelli della sinistra democratica.
Tale vicenda evidenzia in modo esemplare la carenza di strutturazione dei servizi tecnici nazionali e, più in generale, i problemi del rapporto tra le funzioni e le strutture dello Stato centrale e le relative articolazioni territoriali. Tali carenze sono in totale contrasto con ogni ipotesi di riforma federalista.
Nella fattispecie delle dighe occorre fin d’ora, a nostro giudizio, provvedere ad un riordino e ad un rafforzamento in senso federalista dei servizi tecnici nazionali e del servizio dighe, valorizzando il patrimonio di competenze esistente nel paese. Voglio segnalare, in particolare, la possibilità di utilizzare alcuni strumenti quali l’ISMES, di cui si è dotata ultimamente l’ENEL che, esaurita la fase di costruzione dei grandi impianti idroelettrici, potrebbe essere utilmente riconvertita in organismo di disseminazione, specie nel sud, di competenze e di strutture per la sicurezza degli invasi e per la difesa idrogeologica.
Attendo con fiducia, signor Presidente e onorevole sottosegretario, di conoscere la risposta del Governo.”
- A) Interpellanza:
I sottoscritti chiedono di interpellare i Ministri dei lavori pubblici e dell’interno con incarico per il coordinamento della protezione civile, per sapere – premesso che:
con circolare del 4 dicembre 1987, il Ministro dei lavori pubblici ha emanato «Prescrizioni inerenti all’applicazione del regolamento sulle dighe di ritenuta, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 1 novembre 1959, n.1363»;
tali prescrizioni comprendono una serie di procedure e di misure volte a garantire la sicurezza degli invasi artificiali e dei territori da essi dominati ed a consentire la predisposizione di piani di protezione civile in vista di eventuali situazioni di pericolo per le popolazioni;
fra l’altro, le prescrizioni prevedono che si debbano determinare le caratteristiche dell’onda di piena e l’individuazione delle aree soggette ad allagamento, ai fini della protezione civile, sia per effetto di manovre degli organi di scarico che di ipotetico collasso dello sbarramento;
per le dighe progettate dopo la data della circolare, tali adempimenti debbono essere rispettati in sede di progetto. Per gli sbarramenti già esistenti a quell’epoca, tali adempimenti avrebbero dovuto essere espletati entro il termine di diciotto mesi (per il foglio di condizioni per l’esercizio e la manutenzione) o di cinque anni (per la valutazione dell’onda di piena e delle zone soggette ad allagamento), a cura dei concessionari, o comunque dei proprietari;
il numero di opere di sbarramento nel nostro Paese è assai elevato (oltre mille); elevato è anche il numero di soggetti concessionari o proprietari, non tutti in condizione di efficienza tecnico-gestionale e dotati di risorse finanziarie adeguate, condizioni la cui realizzazione è il presupposto della legge n.36 del 1994, per i servizi idrici a scopo civile e della improrogabile esigenza di riformare gli enti di bonifica e irrigazione;
nel Mezzogiorno, in particolare, alla generalizzata carenza di strutture imprenditoriali nel campo dei servizi idrici ed alla crisi degli enti irrigui, si è sovrapposta la cessazione dell’intervento straordinario senza che ancora si siano organizzate adeguate tecno-strutture;
va ricordato infatti che, presso la Cassa per il Mezzogiorno, era insediata una sezione speciale del servizio dighe, allora facente capo al ministero dei lavori pubblici, oggi invece ai servizi tecnici nazionali, e che numerosi impianti, da poco terminati o ancora in via di completamento, sono stati trasferiti dalla competenza della Agensud a soggetti diversi;
va aggiunto che nel territorio delle regioni del Mezzogiorno non sono previste autorità di bacino di rilevanza nazionale e non sono state costituite, o sono per lo più inoperanti, le autorità di bacino di livello regionale o interregionale che, ai sensi della legge n.183 del 1989, sono titolari anche dei piani di manutenzione delle opere di sicurezza;
esiste quindi legittimamente la preoccupazione che gli adempimenti previsti dalla citata circolare non siano stati correttamente attuati e non abbiano dato luogo, da parte delle autorità competenti, a specifici piani di protezione civile e di gestione del territorio, specie per quanto attiene alla determinazione di vincoli urbanistici -:
se tutti gli adempimenti previsti dalla circolare del ministero dei lavori pubblici del 4 dicembre 1987, n.352, siano stati espletati per tutte le opere di ritenuta oggi esistenti sul territorio nazionale, anche se non collaudate;
se per tutte le opere di ritenuta sia inequivocabilmente individuato il soggetto titolare degli adempimenti e se questo abbia adempiuto efficacemente alle prescrizioni dettate dalla circolare a carattere episodico e adempiano regolarmente a quella a carattere periodico;
se il dipartimento della protezione civile abbia provveduto a predisporre o far predisporre piani di emergenza per le zone soggette ad allagamento, identificate dagli studi previsti dalla circolare;
se le regioni e gli enti locali siano stati informati della necessità di tenere conto delle risultanze di tali studi in sede di pianificazione del territorio;
quali siano i provvedimenti che intendano assumere per far fronte ad eventuali carenze e per assicurare un adeguato livello di sicurezza idraulica sull’intero territorio nazionale;
quali siano in particolare le misure che è opportuno adottare nelle regioni del Mezzogiorno per assicurare il completo rispetto della normativa anche nei casi in cui gli enti titolari delle opere siano in difficoltà tecnico-finanziaria.
(2-00392)
«Pittella, Olivo, Zagatti, Siola, Albanese, Domenico Izzo, Casinelli, Mastroluca, Gatto, Giacco».
(10 febbraio 1997)
Per approfondimenti:
Visualizza qui l’intervento dell’onorevole Pittella (Inserire collegamento al pdf “SEDUTA DI MARTEDÌ 24 GIUGNO 1997”)
Visualizza qui l’intervento del deputato Pittella (Inserire collegamento al link “https://storia.camera.it/video/19970624-aula-seduta-217#nav”)