Intervento tenuto in data 5 giugno 1996 (seduta N. 7) “Svolgimento di interpellanze e di una interrogazione”.
“GIOVANNI PITTELLA. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, l’articolo 2 della legge n. 549 del 1995 prescrive, al punto 26, che, a decorrere dal 1° gennaio 1996, alle imprese editrici di giornali quotidiani e periodici è concesso un rimborso di 200 lire per ogni copia delle pubblicazioni spedite in abbonamento postale. Dal rimborso sono esclusi i giornali di pubblicità, di promozione delle vendite di beni o di servizi, di vendita per corrispondenza, i cataloghi, i giornali pornografici, i giornali non posti in vendita, quelli a carattere postulatorio e quelli editi da enti pubblici. Al punto 27 del medesimo articolo 2 si precisa che alle pubblicazioni di qualsiasi natura di soggetti che siano editori di periodici si applica una tariffa pari al 25 per cento di quella prevista al comma 34 della legge stessa. Le conseguenze di tali norme sono notevoli. La prima è che la tariffa di spedizione in abbonamento postale passa, per ogni copia, da lire 200 a lire 535 per tutte le pubblicazioni che consistano in giornali di pubblicità, di promozione delle vendite di beni o di servizi, di vendita per corrispondenza, in cataloghi, giornali pornografici, giornali non posti in vendita e giornali editi da enti pubblici. La seconda conseguenza è che la riduzione del 25 per cento della tariffa si applica esclusivamente a pubblicazioni e soggetti che siano editori di periodici.
Tali ricadute interessano una serie innumerevole di pubblicazione a carattere locale, che hanno una funzione preziosa di informazione e di formazione, di dialogo, di vivacizzazione delle realtà sociali, culturali, religiose ed istituzionali, di recupero dei valori delle comunità cui si rivolgono. Esse interessano in particolare gli strumenti informativi degli enti locali, attraverso i quali il cittadino può trovare un raccordo meno episodico con i propri rappresentanti nella cosa pubblica.
Il disagio che ha provocato l’innovazione tariffaria è grande e rischia di annientare il reticolo informativo esistente e di scoraggiare nuove iniziative. Non sfugge di certo al Governo e al Parlamento non solo l’insostituibile offerta di democrazia che la piccola stampa garantisce, ma anche il ruolo peculiare, in alcune realtà del paese, di supplenza che la stampa locale assolve lì dove le emittenti radiofoniche e televisive private sono assenti o scarsamente presenti.
Appare del tutto inaccettabile, signor Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, equiparare, come fa la legge n. 549 del 1995, i giornalini dei piccoli paesi alle riviste pornografiche o a pubblicazioni con scopo di lucro, così come appare ingiusto legare la possibilità di riduzione tariffaria al possesso del requisito editoriale, giacché molte pubblicazioni
che hanno dimensioni piccole e non hanno fini di lucro non possono consentirsi una struttura editoriale. Dovrebbe essere evidente che o la tipologia di una testata è meritevole di riduzione tariffaria, perché assolve ad una funzione sociale, o non lo è, a prescindere dalla natura di chi la edita.
A tali considerazioni desidero aggiungere che la revisione di quanto previsto dall’articolo 2 della citata legge dovrebbe scaturire anche dall’esame attento delle decisioni della Corte di conti che, in sezioni di controllo sugli enti, nell’adunanza del 12 marzo 1996, ha richiesto, a norma
dell’articolo 8, comma 2, della legge 29 gennaio 1994, n. 71, di sospendere l’applicazione
della manovra tariffaria, non potendosi conseguire il risanamento economico e finanziario attraverso l’aumento delle tariffe omettendo di incidere contestualmente ed efficacemente nell’ambito gestionale mediante sensibili recuperi di produttività.
Per tali ragioni, unitamente all’onorevole Carli, cofirmatario della presente interpellanza, chiedo al Governo di promuovere le iniziative legislative necessarie alla modifica dell’articolo 2 della citata legge n. 549, ripristinando l’originario regime tariffario.
GIOVANNI PITTELLA. Voglio ringraziare l’onorevole Vita per la risposta che ha dato alla mia interpellanza, non sottacendo che si è trattato più di una fotografia della situazione attuale che di un impegno che il Governo intende assumere.
Sottolineo peraltro che, nella parte conclusiva della risposta fornita dal sottosegretario Vita, si delinea la possibilità ed il terreno, che è quello della prossima legge finanziaria, sul quale potremo lavorare assieme per apportare le modifiche necessarie all’attuale normativa.”
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