Questa domenica per “Le Grandi Interviste” ho avuto il piacere di conversare con l’Avvocato Massimo Ferrandino. Legale che sta seguendo le drammatiche vicende inerenti gli omicidi del vicebrigadiere Cerciello e del giovane Willy. Prima di entrare nel vivo dell’intervista una mini bio dell’Avvocato Ferrandino. Buona lettura!
Massimo Ferrandino specializzato in diritto Penale e già cultore della materia, svolge attualmente l’attività libero-professionale tra Ischia, Napoli e Roma. Ha insegnato procedura penale a Napoli come professore a contratto dal 2002 al 2007 presso la Federico II ed ha partecipato al fianco di del prof. Coppi ai processi IOR, Banca Vaticana e mafia capitale.
Avvocato Massimo Ferrandino lei sta seguendo due casi giudiziari tra i più drammatici nella storia recente italiana, il caso del brigadiere Cerciello e quello del povero Willy.
Per ciò che può ci racconti queste due vicende scabrose … cominciamo con il caso Cerciello.
Sono due casi molti diversi tre loro. Con un’unica comunanza: l’efferatezza. Gli eventi che hanno portato all’omicidio Cerciello sono articolati nel tempo e configurano più tipologie di reato diverse tra loro.
Partiamo con il tentativo di acquisto di droga che gli americani volevano concludere in piazza Mastai a Roma verso la mezzanotte del 26 luglio 2019, per passare poi alla sottrazione dello zainetto dell’intermediario, con il conseguente tentativo di estorsione. L’azione criminale, vedrà la conclusione, alle tre del mattino, con l’omicidio del vicebrigadiere Cerciello Rega ad opera di Elder.
Per Willy siamo ancora nella fase delle indagini e quindi i contorni della vicenda sono ancora parzialmente delineati. Ci troviamo in questo caso, di fronte ad un omicidio avvenuto in un’unica azione ad opera di più soggetti, senza utilizzo di armi e parrebbe per futili motivi.
Sicuramente due casi difficili e dolorosi che reclamano giustizia con pene rigorose ed esemplari.
Tra le cose che più hanno colpito l’opinione pubblica è stata la frase della moglie Rosa Maria “gli ho dato un bacio e gli ho chiuso gli occhi”; nella tragedia si staglia questa figura dolorante eppure così composta e dignitosa, la moglie del vice brigadiere.
Lei si sta battendo al fianco del prof Franco Coppi per fare giustizia …sarà così?
La vedova Cerciello, la signora Rosamaria, è una donna straordinaria, degna moglie di un valoroso servitore dello stato. Ella, ha sempre evitato che il processo prendesse una piega mediatica, rifiutando qualsiasi invito nelle trasmissioni di settore. Trattiene il suo immenso dolore dentro di sé con enorme dignità e fierezza.
Impegnata durante la settimana tra la farmacia dove presta servizio, l’aula di Giustizia a Roma dove si sta celebrando il processo ed il cimitero di Somma Vesuviana dove riposa il suo Mario.
Questo atteggiamento, oltre ad essere molto apprezzato dal professor Coppi e da me, ha suscitato anche nella Procura una totale approvazione.
Ci parli ora del macabro assassinio del povero Willy, un delitto di particolare efferatezza…
Per il delitto di Willy Monteiro Duarte siamo in una fase delicata ed il lavoro silenzioso degli inquirenti, sono sicuro che porterà all’individuazione certa della dinamica delittuosa e dei relativi responsabili.
Dovremmo piuttosto far sì che episodi del genere non capitino come spesso sta avvenendo negli ultimi tempi. Le dirò di più, dopo il lock-down ho la sensazione che siano in aumento le violenze tra giovani e giovanissimi.
Approfittiamo della sua disponibilità per chiederle anche qualche opinione su temi più generali: quali sono le riforme più urgente che servono alla Giustizia?
Il momento storico per la giustizia italiana è molto complesso. Da un lato vi è il problema strutturale del CSM e i fatti di cronaca lo evidenziano, dall’altro le lacune legislative rendono arduo il lavoro dei giudici e degli avvocati.
Più che mettere mano alla separazione delle carriere, o alla disastrosa riforma delle intercettazioni, a mio modesto parere, oggi, è il processo che necessita di una revisione (anche critica) dopo la riforma del 1989.
Sono dell’avviso che la revisione, nata per velocizzare il processo, lo abbia ancor di più ingolfato.
Il filtro dell’udienza preliminare è pressoché nullo, come inutilizzati (il più delle volte) sono i riti alternativi che vengono esperiti sempre meno.
Ovviamente per riformare nuovamente il codice vi sarebbe bisogno di un ampio accordo politico che oggi, ahimè, non vedo.
Ha un messaggio da dare ai nostri lettori in un momento difficile come quello che stiamo vivendo?
Sicuramente stiamo vivendo momenti difficili, sia sotto l’aspetto sanitario che sotto quello economico. Tuttavia, resto fiducioso, dopo la fine della pandemia, in un rimbalzo economico. Tutto dipenderà dalla resilienza italiana che sono certo, come già accaduto dopo le grandi criticità storiche, non machera’ in tutti noi.