Oggi abbiamo il piacere di ospitare sul nostro portale il Senatore Alan Ferrari, vicepresidente del Gruppo PD del Senato.
Buona lettura!
Senatore Ferrari grazie per aver accolto il nostro invito.
Viviamo ore tremende, dopo il Covid, la guerra… il suo pensiero?
Morti, sangue e terrore nel cuore dell’Europa che oggi ha l’anima lacerata. Addolorati e attoniti stiamo vivendo il ritorno di una guerra.
La gente ha paura. Anche in Italia.
Sembrava che il lavoro degli ultimi decenni di promozione di benessere economico e della conseguente progressiva emancipazione delle persone -soprattutto in Europa- potesse essere sufficiente per non rivivere i drammi di ottant’anni fa. In pochi giorni queste presunte certezze sono saltate.
Il covid aveva già rotto il legame tra il modo globale di funzionare del mondo e diritti primari, come la salute, la scuola, il lavoro. Ma stavamo reagendo.
La guerra, porta dolore e miseria, e c’è il rischio di affossare, con gravi e durature conseguenze, anche questo desiderio di reazione e di riscatto collettivo.
La brutale invasione della Russia ripropone la urgenza di una Europa politica e chiede alla Ue atti politici determinati e forti come l’apertura dei negoziati di adesione della Ucraina alla Ue
E’ d’accordo?
Sì al rafforzamento dell’Europa politica, sì alle iniziative di ferma condanna della guerra voluta da Putin, sì alla massima fermezza e alle dure sanzioni contro la Russia, sì a promuovere l’adesione dell’Ucraina all’Europa.
Ma attenzione, non perdiamo di vista il punto di fondo. Ce l’aspettavamo l’invasione dell’Ucraina? Assolutamente No.
Questo è il punto.
Ogni passo va ora pensato e promosso con grande attenzione alla realtà, senza approssimazione.
Perché quello che abbiamo davanti agli occhi non corrisponde allo schema tradizionale della guerra fredda; non corrisponde alla versione improvvisata di quello schema che pone la Cina al posto che aveva l’Urss; non corrisponde alla tesi di un mondo pacifico retto da più players (tra cui l’Ue); non corrisponde allo schema secondo cui è il potere economico quello che conta (rispetto a tutti gli atri poteri – da quello della propaganda a quello militare) e così via.
Solo l’effettiva e profonda comprensione dei motivi del fallimento di queste tesi può farci compiere significativi passi avanti, anche nella direzione di un’Europa più forte nel mondo.
Lei è stato protagonista di una costante azione di monitoraggio del Pnrr ed ha lanciato una grande iniziativa del Gruppo Pd sui territori, “Avvicina”… ci può spiegare in cosa consiste e che risultati ha sinora dato ?
Sono 200 i miliardi per superare la pandemia e far fare il salto di qualità produttivo al nostro paese. Il PNRR è il più grande piano di investimenti dalla seconda guerra mondiale: un salto nella direzione di maggiore sostenibilità, competitività, giustizia sociale.
Impossibile sprecare questa occasione.
Ma per non sprecarla occorre un cambio culturale. Non basta monitorare che le cose avvengano secondo tempi e modalità programmate, serve che l’impatto sociale, nei territori, delle politiche del PNRR sia realmente incisivo, capace di produrre lavoro e sviluppo e ridurre divari e disuguaglianze.
Una sfida talmente grande che non potevamo, come Senatori del Partito Democratico, interpretare convenzionalmente e semplicemente da Roma.
Per questo nasce AVVICINA, l’indagine conoscitiva in 10 tappe di 3 giorni l’una in 10 Regioni italiane.
Alla ricerca di ciò che accade nelle città e nelle aree rurali, di comprendere come l’Italia dei territori si sta ricostruendo dopo la pandemia.
Avete toccato quattro realtà, Pescara, Lauria, Venezia e Napoli … che idea si è fatto, che differenze ha colto?
Solo se ci sarà un impatto sociale vero e concreto nei territori l’Italia vincerà con il PNRR. Poiché i territori, i luoghi, hanno un’anima, se vogliamo riabilitare la politica dobbiamo incontrare la loro anima.
Le prime quattro tappe, a Pescara, a Venezia, a Lauria e a Napoli ci hanno consentito di capire molto oltre dei freddi dati statistici.
Allora, oggi sappiamo che a Pescara il tema della salubrità dell’acqua non è solo un tema “da transizione ecologica”, ma è un dramma per migliaia di famiglie.
A Venezia che l’apertura culturale non è solo una orgogliosa celebrazione del passato ma un modo di concepire la competitività della città nel mondo di oggi.
A Lauria che la qualità della vita, sia per ragioni ambientali che di welfare familiare, spinge i giovani a costruire progetti di vita sfidando tutte le difficoltà delle aree interne.
A Napoli che progetti per combattere la dispersione scolastica e creare lavoro non sono impossibili, nemmeno nei quartieri più complessi, come la sanità e i quartieri spagnoli. E che nei piccoli numeri di questi progetti -che sfuggono dalle statistiche- stanno significati potenzialmente molto impattanti.
Vedremo quali saranno le fotografie che riusciremo a scattare nelle future tappe, a partire dalla prossima di Genova, ma il tema ci è già chiaro: solo entrando nelle dinamiche delle singole comunità si possono accompagnare ed innescare processi di sviluppo.
Manca un anno alla fine della legislatura più pazza del mondo … quali sono le priorità e gli obiettivi del gruppo del Pd?
Ritengo si debba provare, in questo ultimo scorcio di legislatura, a ricucire proprio quei legami, tra mondo globale e diritti primari delle persone, che citavo prima.
E trovare, facendolo, le strutturali differenze tra la sinistra e le destre.
Oltre a fare cosa utile e urgente, in questa sfida ci giocheremmo la comprensione della profonda differenza tra democratici-progressisti e nazionalisti.
Combattere la dispersione scolastica, creare lavoro -soprattutto per i più giovani, governando le due grandi transizioni digitale ed ambientale, semplificare la burocrazia affinché il pubblico sia davvero amico del privato e degli investimenti, dovranno essere le nostre ossessioni politiche.
Tutto il resto, dalle riforme ad una nuova legge elettorale più capace di dare rappresentanza ai territori, è condizione abilitante. Si deve fare al meglio. Punto. Ma saranno la visione del futuro ed il cuore con cui la sapremo suggestionare a fare la differenza.
Grazie Senatore per la sua gentile disponibilità.