Questa domenica per “Le Grandi Interviste” ho avuto il piacere d’intervistare il Magnifico Rettore Matteo Lorito. Buona lettura!
Il primo novembre 2020 è iniziato ufficialmente il sessennio di rettorato del professore Matteo Lorito all’Università degli Studi di Napoli Federico II, l’Università laica più antica del mondo.
Un grande cambiamento se pensiamo che è la prima volta nella sua storia che la guida dell’ateneo federiciano è affidata a un docente proveniente dalla facoltà di Agraria di Portici e, al contempo, una grande eredità se pensiamo che il Rettore uscente è l’attuale Ministro dell’Università Gaetano Manfredi.
Magnifico Rettore grazie per la disponibilità che ci concede.
Che effetto fa guidare una delle università più prestigiose d’Europa e quanto la sua provenienza da Agraria rappresenterà, non solo nella statistica, un elemento di innovazione nelle scelte programmatiche?
La dimensione della sfida diventa ogni giorno più chiara. La sto affrontando con un misto di entusiasmo e fattività applicata al quotidiano, ma anche guardando oltre con una prospettiva di sviluppo futuro. Premesso che non sono un agronomo (sono un biotecnologo/biochimico) l’esperienza di Direttore ad Agraria è stata molto formativa grazie alla dimensione (cinque sedi), alla sede monumentale di Portici che gestiamo da circa 150 anni (con le sue problematiche e opportunità) e alla biodiversità culturale del corpo docente (40 settori scientifico disciplinari) di un grande Dipartimento nato dalla fusione di 5 Dipartimenti pre-riforma. Ad agraria convivono agronomi, genetisti, biologi, ingegneri, medici, veterinari, tecnologi, microbiologi, informatici, economisti, chimici, botanici, fisici, matematici, patologi ecc. Peraltro i temi legati al green, alla sostenibilità e all’agrifood sono oggi centrali per attrarre finanziamenti e studenti.
Nel suo discorso di insediamento ha voluto riferirsi alla pandemia ma ha immediatamente parlato dei nuovi progetti, del futuro post pandemia. È un atto di fiducia e ottimismo nel futuro? Nelle intelligenze, nel progresso, nella forza dell’intelligenza e nella ricerca?
Progettare il futuro è fondamentale ed è, credo, quello che si chiede ad un nuovo Rettore che ha davanti a sé un percorso di sei anni. Ho trovato una Federico II solida finanziariamente e ricchissima di talenti, intelligenze, proposte, voglia di fare e di innovare. Bisogna essere in grado di dirigere questa enorme orchestra cosi che ognuno suoni il proprio strumento con la propria sensibilità e capacità operando su uno spartito comune. Sono convito che vedremo nei prossimi anni una evoluzione importante di questa antichissima Istituzione.
Digitale, economia verde e sanità saranno alcuni pilastri del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza di 209 miliardi. Senza una adeguata formazione dei nostri giovani non rischiamo di non saper cogliere le opportunità che deriveranno dal cambio dei paradigmi del lavoro e dell’economia?
Questa è una delle sfide più importanti che una grande Università pubblica deve saper cogliere, e vincere. Stiamo rinnovando contenuti e modalità della nostra didattica. Avremo sempre più contaminazioni culturali tra i vari percorsi e tipologie di offerta sempre più differenziate. Lauree triennali, lauree magistrali, master, corsi di perfezionamento, academy, scuole estive, didattica in presenza, online, blended ecc. e sempre maggiore connessione con il mondo del lavoro e con le opportunità del post-pandemia. Stiamo preparando un piano strategico che riguarderà anche l’offerta didattica e che terrà conto del PNR, del Recovery Plan e del programma Next Generation EU. Faremo valutazioni ex-post in tempo reale per monitorare il grado di occupabilità dei nostri percorsi e lavoreremo a stretto contatto con aziende e ordini professionali. Ad esempio, solo quest’anno abbiamo chiesto l’attivazione di 6 nuovi Corsi di Studio che vanno da temi inerenti Architettura e Patrimonio ai Trasporti, dai Servizi Educativi e Disagio Sociale alla Biologia degli Ambienti Estremi, dalle Tecnologie Digitali per le Costruzioni alla Medicina e Chirurgia con indirizzo tecnologico.
Quali sono i progetti della Federico II nel potenziamento dei servizi agli studenti per consentire sempre più ai ‘capaci e ai meritevoli anche se privi di mezzi’ di farsi strada e contribuire al progresso economico e sociale?
Abbiamo quasi il 60% degli oltre 22mila neo immatricolati che possono accedere alla no-tax area. Una delle no-tax area più ampie d’Italia! Riusciamo a sostenere i costi molto elevati di questa mission da grande ascensore sociale grazie alla qualità della nostra didattica e della nostra ricerca che in un contesto competitivo con gli altri Atenei ci porta riconoscimenti economici sul nostro fondo ordinario di finanziamento. Ovviamente, per mantenere le premialità gli studenti devono dimostrare una buona performance. Ciò serve anche a formare cittadini e professionisti consapevoli del valore del merito e dell’impegno. E questa è solo una delle misure in favore del diritto allo studio che stiamo applicando o che stiamo progettando.
Certo fare il Rettore avendo come Ministro una personalità come Manfredi è un punto di forza enorme. Cosa le ha detto il ministro, cosa state progettando insieme?
La sintonia di vedute e di visione tra me e il Ministro è un dato noto. Siamo diversi caratterialmente ma c’è grande stima reciproca, oltre che sincera amicizia. Ma il vantaggio più grande, che non è solo mio o della Federico II, è che Manfredi ha rappresentato fino ad ora un Ministro in grado di sostenere concretamente l’evoluzione del sistema Universitario, di apportare nuove risorse dopo anni di tagli, di produrre interventi con la cognizione di chi conosce molto bene il sistema e le sua problematiche (quindi massimizzando l’impatto) e di identificare con grande capacità le priorità, ma soprattutto sta operando con un’idea di sviluppo necessaria e attesa da tutti. Insomma il Ministro Manfredi ha dimostrato di essere al contempo un bravissimo tecnico ma anche un politico capace di guardare al futuro con una visione chiara e in equilibrio tra idealismo e realismo. Ovviamente per noi Federiciani, che lo conosciamo bene, non è stata una sorpresa.
Napoli è una città meravigliosa, in cui convivono croce e delizia, eccellenze e disagi, ma un sentimento di positività e di fiducia e una naturale vocazione all’arte e alla creatività le hanno consentito di affrontare i momenti più difficili. Un pensiero per questa città nel suo rapporto con l’università…
Napoli città mondo è in grado di accogliere tutte le sensibilità e tutte le sfide, almeno potenzialmente. Io sono innamorato di Napoli, pur non essendo napoletano e avendo vissuto in posti bellissimi, in Italia e all’estero, molto più attraenti da un punto di vista di qualità della vita e dei servizi. Napoli ha basi solide e l’Università è una di questa. Napoli riesce ad essere volgare e pericolosa ma anche incubatore straordinario di scienza e cultura, di innovazione tecnica e sociale. Quando si studia a Napoli e si vive nel contempo la città, la personalità dei nostri studenti ne risulta normalmente arricchita. Tant’è che è facile trovarli in giro per il mondo avendo costruito una vita professionale soddisfacente o di grande successo. La crisi, tra le opportunità che ci offre, include anche quella di far valere la nostra creatività, resilienza e capacità di adattamento. Il rapporto tra Napoli e le sue Università cittadine, in primis la Federico II (totalmente immersa e non estraibile dal contesto Napoletano) è antico, funzionale, intenso e anche basato sul rispetto reciproco. Quello che la Federico II fa per Napoli non può essere descritto in poche parole, posso solo ricordare la valenza degli interventi nelle periferie come a San Giovanni e ora a Scampia. L’Università diventa sempre di più parte di quel tessuto connettivo, sia fisico che immateriale, in grado di tenere unita un’area urbana tra le più difficili e affascinati al mondo. Noi siamo pronti a fare la nostra parte e ad accompagnare Napoli su un percorso di rinascita sociale, culturale ed economica.
Grazie Magnifico Rettore per le sue parole e il suo messaggio positivo e auguri per il suo lavoro al servizio della crescita del Paese.
Grazie e tantissimi auguri soprattutto ai nostri giovani.