La fotografia di Sandro mi ha accompagnato nel mio studio di Brussels negli ultimi lunghi anni del mio mandato di parlamentare europeo e poi anche al Senato ed oggi campeggia nella mia casa di Roma.
Avevo sentito Sandro pochi giorni prima della sua morte e lo avevo seguito con ammirazione crescente, con amicizia fraterna e stima profonda, nel suo essere uno dei sindaci migliori del Paese e un politico innamorato della sua missione al servizio della Comunità.
Ecco perché ogni giorno guardando e baciando la sua foto non compivo solo un atto di affetto ma traevo dal suo sguardo un monito una sorta di lezione burbera e dolce, inflessibile.
La politica si fa così, l’amministrazione della cosa pubblica si fa così, altrimenti diventa altro e si scava un baratro incolmabile che la separa dai cittadini.
La lezione di Sandro è più attuale che mai e nei giorni declinanti della lunga crisi che attraversiamo, è un Vangelo che dovremmo tutti imparare e declinare con rigorosa coerenza.
Grazie Sandro, la tua assenza su questa terra è solo fisica, chi vuole può cercarti e ti troverà nelle azioni e negli insegnamenti che ci hai lasciato che travalicano i confini angusti delle piccole cose, del piccolo tratto della nostra esistenza.