Un autorevole commentatore televisivo ha definito la violazione sugli spazi aerei della Polonia da parte di droni russi per 19 volte come un tentativo di verificare la reattività del fronte occidentale a partire dagli Stati Uniti d’America e dalla Nato, oltre che da parte dell’Unione Europea rispetto ad un’azione aggressiva nei confronti di un Paese appartenente all’Unione Europea e alla Nato.
Altra interpretazione meno accreditata e’che il l’azione russa possa aver avuto l’intento di destabilizzare la leadership politica del Primo Ministro Tusk all’interno della Polonia, ma la più credibile è la prima. Di fronte ad un atto di questa natura, cioè Putin tasta il polso al fronte occidentale la risposta non è stata adeguata innanzitutto sul piano politico.
Nelle ore successive al sorvolo dei droni russi negli spazi aerei polacchi, il parlamento europeo ha dato vita ad un dibattito sulla relazione della presidente della commissione europea Ursula von der Leyen sullo stato dell’unione sulla quale ci siamo.
Purtroppo il confronto tra i gruppi politici, anche quelli squisitamente europeisti non ha colto la emergenze che stiamo vivendo, ci sono state polemiche molto ruvide con argomentazioni tutte legittime, ma un conto è fare una polemica in tempi ordinari e un conto è far prevalere la vis polemica in un tempo di grave emergenza.
Questo è un tempo emergenziale e mi permetto con la massima umiltà di dire ai miei amici ex colleghi dei gruppi europeisti, dai Socialisti ai Popolari ai Verdi ai Liberali è che l’ora richiede anzi pretende una risposta unitaria innanzitutto per difendere la grande conquista che c’è stata regalata da chi ha creduto nell’Unione Europea come area di libertà di democrazie e di pace e come attore globale per la democrazia e per la pace.
Tutto questo oggi è in pericolo, dobbiamo mettercelo nella testa e dobbiamo quindi capire che di fronte a un pericolo di questo genere le pur sacrosante rivendicazioni polemiche di ciascun gruppo devono essere messa da parte perché c’è un obiettivo prioritario: quando la casa brucia bisogna spegnere l’incendio e quindi il primum vivere significa difendere la indipendenza l’autonomia e la libertà dell’Unione Europea, dei propri Stati membri e dei propri cittadini. Questo è la l’appello che con grande umiltà mi permetto di rivolgere e anche la speranza che attorno a questo appello vi possa essere una risposta unitaria alle tante insidie che si fanno sempre più fitte e più pericolose.