Dissento nettamente dalle cose dette ieri dal Presidente Trump all’Assemblea delle Nazioni Unite.
Non condivido il dileggio all’ONU, è vero che le risoluzioni che assume spesso restano lettera morta ma, in onestà, da che dipende e da chi dipende? Dipende dalla determinazione delle grandi potenze a ignorare l’ONU, a ritenerla una inutile e costosa struttura ornamentale.
Se ciascuno desse fiducia, poteri e risorse, l’ONU assomiglierebbe di più ad un’Istituzione che fa la governance globale come i tempi richiederebbero.
Dissento sui cambiamenti climatici, che sarebbero per Trump una grande bufala, non è così, lo vediamo ogni giorno e ne paghiamo le conseguenze, il tema non è negare l’evidenza ma attuare disegni e misure sostenibili, non invasate da furore rivoluzionario.
Dissento, infine, sulle cose dette da Trump sul riconoscimento dello Stato Palestinese che sarebbe una ricompensa ad Hamas per ciò che di terribile ha fatto.
Hamas si è macchiato di gravissime responsabilità ma chi nega il diritto dei palestinesi a vivere in un proprio Stato, in amicizia e sicurezza reciproca col popolo e lo Stato di Israele. Fa un favore ad Hamas e a quanti utilizzano la rabbia e la delusione decennale per rinfocolare il terrorismo e a disseminarlo brutalmente nel mondo.
Riconoscere lo Stato Palestinese non avrà effetti immediati naturalmente e presuppone la completa smilitarizzazione di Hamas, ma ha due conseguenze importanti: sottolineare che di fronte alla carneficina di Gaza ci sono istituzioni che non si voltano dall’altra parte e ribadire che la soluzione dei due Stati non e’ morta come vorrebbe il premier israeliano.
Se a ciò si aggiungeranno anche le sanzioni a cui sta lavorando la Commissione europea e i Governi non si metteranno di traverso. Sarà fatto un passo concreto e doveroso da parte delle democrazie del mondo.







