Poche parole per introdurre la mia rubrica “Basilicata. La storia, la politica, il suo popolo”.
Ritengo che la conoscenza sia una grande risorsa, come anche un’ottima opportunità di crescita, e sono convinta che entrare nelle radici profonde di un territorio, specialmente in quelle del proprio territorio, sia un’esperienza che richiede tempo, sacrificio e dedizione per crescere con consapevolezza.
E’ un po’ come ricostruire l’albero genealogico della propria famiglia perché, in fondo, la Basilicata è una grande famiglia.
La mia rubrica rappresenta il mio impegno per i lettori lucani e non, per questo mi auguro che siate invogliati a leggere le storie che vi propongo con la stessa forza che mi caratterizza e mi induce a divulgare quanto più possibile la bellezza delle radici a cui appartengo. Raccoglierò le testimonianze di quanti hanno concorso a realizzare il quadro politico e la storia della Basilicata, utilizzando al meglio le potenzialità del territorio.
Buona lettura!
Rosita Stella Brienza
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CHI SONO I GIOVANI LUCANI? SCOPRIAMOLO INSIEME.
Roberta Napoli è piena di entusiasmo e guarda avanti perchè crede nel futuro della Basilicata. Ma se il principe Amleto, all’inizio del soliloquio nella prima scena del terzo atto della tragedia di Shekespeare, pronuncia la frase nell’originale inglese “To be, or not to be, that is the question (Essere, o non essere, questo è il dilemma), qui in Basilicata il dilemma è un altro “Partire o restare?”. L’Amore per la propria terra si alimenta con il tempo, ed ecco dunque l’invito a partire per ritornare. E mi sembra giusto così. Buona lettura.
Ci parli di lei…
Sono una venticinquenne orgogliosamente lucana che, come tanti suoi coetanei è stata costretta a trasferirsi per studiare e formarsi.
Vengo da Marsico Nuovo, un bellissimo borgo nel cuore della Val d’Agri: una zona ricca di storia e di cultura. Da sempre nutro il sogno di rendere la Basilicata un territorio all’avanguardia, sfruttando le sue risorse, creando nuove prospettive insieme a tanti altri giovani. Questo periodo lontano da casa mi ha permesso di capire che lavorare per la nostra terra non è soltanto una sfida ma soprattutto un doveroso atto di coraggio.
Secondo lei qual è la ragione che spinge i giovani a lasciare la Basilicata?
I giovani tendono a scappare, ad emigrare, via da contesti molto invecchiati, in cui le possibilità economiche e sociali risultano scarse. La povertà di opportunità è al centro delle motivazioni. In questi territori, infatti, non sempre si comprende l’importanza dell’innovazione, della formazione, dell’iniziativa individuale e familiare, del merito, dell’aggregazione sociale e costruttiva dei giovani. Non c’è dunque da meravigliarsi se siamo un popolo che gestisce un’emergenza dopo l’altra ed il presente come una perenne crisi, piuttosto che guardare avanti e investire sul futuro.
Cosa offre il suo paese ai giovani?
Il mio paese gode di una posizione geografica strategica nel cuore della val d’Agri. Erge su tre colline e vanta una storia millenaria e paesaggi e scenari unici. Nonostante ciò non posso affermare che il mio sia un paese per giovani. Sicuramente no. Oggi ancor meno che in passato. Per non rinunciare a diventarlo è necessario riconoscere che le nostre potenzialità sono legate alla volontà di mettere tutti, a partire dalle età più giovani fino a quelle più avanzate, nelle condizioni di dare il meglio di sé. Con alla base una politica che torna a investire sulle persone e a sostenere scelte educative di valore, un inserimento qualificato nel mondo del lavoro, una realizzazione piena dei propri progetti di vita. Io ci voglio credere.
Cosa manca nel suo paese per migliorare la qualità della vita dei giovani o di chi vive in Basilicata?
La Basilicata non gode di una funzionale rete di infrastrutture che permetterebbe a noi giovani di essere pienamente autonomi. Occorre, dunque, colmare i divari infrastrutturali e digitali, oltre che quelli economici e culturali, per poter aumentare la qualità dei servizi e ridurne il costo.
Si creerebbero le condizioni affinché i giovani arrivino alla conclusione che è meglio la vita nel borgo, che in una grande città. Di qui il mio impegno con l’organizzazione giovanile del Partito Democratico per creare alternative che inducano a restare e non ad abbandonare questi luoghi o, quantomeno, a ritornare a popolarli.
Qual è il suo sogno per la Basilicata?
Sogno una Basilicata che possa realmente competere, in tutti i settori, con il resto dell’Italia e del mondo. Che abbia una identità e possa favorire la possibilità che desideri e progetti di vita dei giovani possano maturare con consapevolezza e incontrare strumenti adeguati per una loro piena realizzazione. Una Basilicata che riconosca di essere entrati in un secolo nuovo che richiede non solo nuovi strumenti ma anche un nuovo approccio per costruire benessere.
Che i giovani lucani diventino cittadini del mondo e poi rientrino “a casa” portando competenze qualificate, eccellenza e voglia di fare.
Conosce un lucano che ha fatto cose straordinarie per la Basilicata?
Io credo che tutti i lucani appassionati e desiderosi di un riscatto per la propria terra siano in grado di fare cose straordinarie.
Crede nella forza dei giovani?
Assolutamente sì! Senza giovani non c’è vita, non c’è futuro.
La forza giovanile è sempre stata influente nella storia del mondo e di ogni civiltà, perché è la forza più viva, motivata e piena di speranza.
È necessario però, che gli adulti instaurino un dialogo con noi giovani per colmare quelle differenze generazionali che ci riguardano, ormai da anni. L’ascolto, la collaborazione, le prospettive comuni siano la chiave.
Cosa vi manca più di tutto?
Vederci realizzati ed essere pienamente felici di vivere la nostra terra. La consapevolezza di dover lavorare il doppio per poter ottenere qualcosa, nel luogo ove si è cresciuti, è straziante. Questo latente senso di insoddisfazione sarà punto di partenza per poter abbattere i cliché relativi al Mezzogiorno e costruire un’alternativa in Basilicata. Dateci fiducia.
Come si immagini tra dieci anni?
È una domanda impegnativa.
Spero di concretizzare quanto mi sono prefissata e di poter continuare a dare il mio contributo, quotidianamente, nella mia terra. Da donna lucana in Lucania.