Se nelle prossime settimane non ci sarà una svolta positiva nel confronto tra Ue e Regno Unito, il divorzio sarebbe disastroso, con conseguenze pesanti anche per le imprese e i cittadini del nostro Paese: sia per la consistente comunità di italiani residenti nel Regno Unito, circa 700.000 persone che vedono minacciati i propri diritti acquisiti, inclusi il mantenimento delle garanzie sociali, lavorative, sanitarie e di libera circolazione; sia per le imprese italiane che si troverebbero esposte a pesanti ricadute economiche anche considerando che il Regno Unito è tra i principali mercati di destinazione del nostro export; sia per la stabilità finanziaria, la continuità operativa dei mercati e del settore bancario e finanziario.
La mia personale opinione è che sulla possibilità di un divorzio consensuale peserà molto l’esito delle elezioni americane.
Se gli Usa cambiano, il Regno Unito capirà che è meglio accordarsi, se gli Usa confermeranno l’attuale Presidente allora il no deal sarà più che probabile.