Questa domenica per “Le Grandi Interviste” ho avuto il piacere d’intervistare l’ambasciatore Prem Rawat prima di entrare nel vivo dell’intervista una introduzione con mini bio. Buona lettura!
Prem Rawat è uno dei più grandi e seguiti ambasciatori e seminatori di pace nel mondo.
Nato in India, all’età di tredici anni è stato invitato a tenere un discorso negli Stati Uniti e da allora ha continuato a girare il mondo per comunicare il suo messaggio di pace. Ha fondato la “The Prem Rawat Foundation”, il cui scopo è contribuire al miglioramento della qualità di vita, garantendo pace e dignità a tutti. E’ davvero un grande onore che Lei abbia accettato il nostro invito a chiacchierare attorno ai valori che animano la sua missione.
Il titolo del suo ultimo libro “Impara ad ascoltarti” è forse la sintesi più efficace del suo pensiero. Ma ci dica lei, ci parli del messaggio valoriale che porta in ogni angolo del pianeta…
Per me, fondamentalmente, la cosa più importante è il sé, la comprensione del sé. Capiamo le regole della società; capiamo tutto, ci proviamo; siamo d’accordo; non siamo d’accordo. Ma quando si tratta del sé, è un mistero completo per la maggior parte delle persone.
E come esseri umani su questa terra, (e tra l’altro esistiamo qui per un periodo di tempo relativamente molto breve), se non capiamo il sé, allora davvero non possiamo capire nient’altro. Qui si tratta di capire il sé, non tutte le altre cose a cui dedichiamo il nostro tempo.
La terra ha cinque miliardi di anni e se consideriamo in proporzione da quanto tempo esiste l’umanità, è come se Mosè avesse vissuto circa quindici secondi fa. E noi siamo in giro per forse un secondo, un secondo e mezzo. È un periodo di tempo terribilmente breve, e sto parlando dell’intera umanità, non di un solo essere umano.
Pertanto, diventa molto importante fare questa distinzione tra tutto ciò che ci circonda e noi stessi, ciò che siamo veramente.
Quindi il segreto della felicità è conoscere sé stessi, sapersi ascoltare, liberare le nostre vite dal rumore di sottofondo, dall’ansia del futuro e dalla nostalgia del passato?
È molto semplice. In questo mondo andiamo in giro cercando non di capire “me stesso”, ma “tutto ciò che possiedo”. Siamo più interessati a “cosa possediamo” che a “chi siamo”. Ma se non so chi sono, come faccio a sapere cosa possiedo? Diventa una contraddizione in termini.
E gli esseri umani hanno cercato di ratificare in qualche modo questa contraddizione. Chi sei e cosa ti accade.
Attraversi la vita, provi dolore, tristezza, felicità. E poi, all’improvviso, un giorno te ne vai. Per molto, molto tempo gli esseri umani hanno cercato di capire cosa questo significhi, perché sentono che senza capirlo non saranno mai veramente felici.
Quello che sto dicendo è che anche senza risolvere tutto questo, si può essere comunque felici, perché c’è qualcosa in ogni essere umano che è la fonte fondamentale della sua gioia.
Nel suo libro cita numerosi episodi che le sono capitati nelle tante conferenze che ha tenuto, veri e propri dialoghi con le persone che disvelano crucci, preoccupazioni, false credenze… ce ne racconta qualcuno?
Ah, sono troppo numerosi! Ma una volta, quest’uomo mi disse: “Tutto nella mia vita è finito male. I miei affari sono in cattive acque; le mie relazioni familiari sono pessime; va male tutto. Cosa devo fare?”
E gli ho detto: “Abbi un po’ di pazienza, si risolverà. Le cose andavano bene e poi ti è capitato tutto questo. E naturalmente, quando tutto andava bene, non hai mai pensato che potesse andare male. E ora che tutto va male, non pensi mai che tornerai in una situazione positiva. Perché non ammetti questa possibilità? Sii paziente”.
L’ho visto qualche anno dopo e mi ha detto: “Avevi ragione. Le cose sono cambiate”. Questo è ciò che accade nella nostra vita. Tante cose come questa continuano ad accadere ogni giorno. Non è il cambiamento che è permanente, ma il fatto che il cambiamento stia per avvenire.
E non ci piace; non vogliamo cambiamenti. Ma il cambiamento avverrà.
In definitiva, dal momento della nascita, questo muro che abbiamo chiamato “la nascita” fino ad arrivare all’altro muro che chiamiamo “l’addio”, non ci saranno altro che cambiamenti. Per i quali non siamo pronti, perché in noi stessi non abbiamo trovato quel luogo che non cambia.
Una delle frasi più belle con cui conclude il suo libro è “la saggezza è il riconoscere il valore di ciò che abbiamo ora”. Ci può spiegare meglio?
Ci sono tre cose: la prima è il passato. Molte persone vivono nel passato. Si rammentano del loro vissuto; si chiedono: “Era tutto così bello quando ero giovane, e ora è tutto orribile. Perché non può essere così per me anche adesso?” Molti altri vivono nel futuro: “Le cose andranno meglio; le cose andranno meglio; le cose andranno meglio”.
Il fatto che sei qui sul pianeta Terra solo per un battito di ciglia… In cosa dovresti investire? Il tempo passato? Il tempo che deve ancora venire – e non ce ne sarà molto? E tra l’altro anche il tempo passato non è stato molto.
Ma c’è ancora un po’ di questo tempo che si chiama “adesso”. E che ha più potenza, più bellezza. E ha anche quella piccola cosa di cui hai più bisogno: ha in sé la gioia, ha in sé la felicità. Ed è l’unico posto dove le troverai.
Quindi, dobbiamo fare una scelta: il passato, il futuro o il presente? Una volta fatta questa scelta, è facile. Se decidi di stare nel passato (ossia hai deciso che non vuoi quella gioia, non vuoi quella felicità), va bene. Ne hai assolutamente diritto.
Se salti nel futuro (vuoi sognare gioia e felicità, ma non vuoi viverle, non vuoi averle per davvero), va benissimo anche questo. Perché questo non cambierà la realtà. La realtà è che la gioia che stai cercando sarà sempre nel presente.
Dunque di fronte ai terribili tormenti del nostro tempo, dalla pandemia Covid al surriscaldamento del pianeta, al terrorismo, alle guerre militari, economiche e chimiche, alla povertà e alle diseguaglianze, esiste un rimedio per vivere felici, conoscere sé stessi, scoprire l’immenso tesoro che possediamo dentro… è così?
Beh, dobbiamo capire che molte persone pensano che tutti questi problemi che abbiamo nel mondo (la pandemia, il terrorismo, la povertà, la disonestà, tutto il resto), in qualche modo sono caduti sulle nostre teste miracolosamente. Questa non è la realtà. La realtà è che siamo noi ad aver creato queste situazioni – le abbiamo create noi, come esseri umani.
Vorrei solo dire questo. C’è una lanterna, c’è lo stoppino, c’è l’olio e poi c’è la luce. Cerchiamo di capire la relazione tra questi elementi. Una lampada può semplicemente contenere l’olio e reggere lo stoppino, ma non può dare la luce. In effetti, è lo stoppino della lampada che permetterà all’olio o al grasso che la lampada contiene di attraversarla e dare la luce.
Cosa dà la luce in una lanterna? È quando lo stoppino brucia che la luce si manifesta; quando si permette al grasso di viaggiare lungo lo stoppino e di bruciare, è questo che dà la luce.
Molte persone vogliono solo diventare una lanterna. Il punto non è diventare una lanterna, il punto è diventare una lanterna accesa. È la luce che è importante. Ci sono persone che sono troppo occupate a cercare di diventare uno stoppino. Ci sono persone che sono troppo occupate a cercare di diventare di tutto, ma nessuno è occupato a diventare una lanterna accesa.
L’oscurità viene rimossa solo se la lanterna è accesa.
Grazie ancora dal profondo del mio cuore e grazie da tutti i nostri lettori che se vorranno potranno continuare a seguirla sul sito www.premrawat.com