Conosco David Sassoli, non riesco a dire conoscevo, dal 2009 quando David venne eletto con una messe di voti al Parlamento europeo. Sedevo tra quegli scranni a Bruxelles già da dieci anni mentre David era un giornalista affermato, mite di spirito, saldo nelle convinzioni e nei valori progressisti. Ci fu una immediata simpatia umana, oltre che una consonanza politica. Lui divenne presidente della delegazione italiana del PD e designò me candidato alla vice presidenza del Parlamento. Nel 2014 invece io fui eletto, anche grazie al suo aiuto determinante, presidente del gruppo dei socialisti e dei democratici e, a quel punto, fui io a designare lui vice presidente del Parlamento. Poi sappiamo come è andata. Nel 2019 David venne eletto presidente del Parlamento in una delle fase più difficili della storia europea, con questa drammatica pandemia, non ancora alle nostre spalle, devastante per la vita e le economie degli europei e il funzionamento delle istituzioni. David Sassoli in questa difficile temperie ha saputo svolgere questo ruolo con autorevolezza e saggezza politica, avendo come guida l’idea che l’Unione avrebbe dovuto superare gli egoismi nazionali e il dogma dell’austerità dei conti, per intervenire massicciamente a salvare l’economia e la rete sociale e sanitaria europea dal disastro. Così è stato, così è. Di Davide Sassoli ci mancherà la visione, il garbo, l’equilibrio e quel sorriso pieno di gentilezza, di forza, di fiducia nel domani. Non ti dimenticheremo, non ti dimenticherò
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