Poche parole per introdurre la mia rubrica “Basilicata. La storia, la politica, il suo popolo”.
Ritengo che la conoscenza sia una grande risorsa, come anche un’ottima opportunità di crescita, e sono convinta che entrare nelle radici profonde di un territorio, specialmente in quelle del proprio territorio, sia un’esperienza che richiede tempo, sacrificio e dedizione per crescere con consapevolezza.
E’ un po’ come ricostruire l’albero genealogico della propria famiglia perché, in fondo, la Basilicata è una grande famiglia.
La mia rubrica rappresenta il mio impegno per i lettori lucani e non, per questo mi auguro che siate invogliati a leggere le storie che vi propongo con la stessa forza che mi caratterizza e mi induce a divulgare quanto più possibile la bellezza delle radici a cui appartengo. Raccoglierò le testimonianze di quanti hanno concorso a realizzare il quadro politico e la storia della Basilicata, utilizzando al meglio le potenzialità del territorio.
Buona lettura!
Rosita Stella Brienza
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CHI SONO I GIOVANI LUCANI? SCOPRIAMOLO INSIEME.
Continuiamo ad ascoltare le ragazze e i ragazzi che vivono in Basilicata perché sono i giovani a rappresentare il futuro di questa piccola Regione. Stavolta tocca a una giovane quarantenne. Si chiama Maria Pompea Donnoli ed è una poetessa di Corleto Perticara che ho conosciuto dieci anni fa come una delle più giovani e talentuose ragazze che, animate dalla voglia di emergere, giravano la Basilicata per farsi conoscere. E così, una sera a Matera, con un gruppo di amici, ha presentato le sue poesie al “Derby del Pane”. La riuscitissima serata vide la partecipazione di intellettuali lucani e pugliesi che, attraverso la poesia si sfidavano a suon di pane, arrivando in parità considerato che il pane è un simbolo di pace. Adesso, dopo dieci anni, Maria Pompea è diversa. Forse ciò che manca nei giovani è il sogno o forse la speranza che qualcosa possa cambiare.
Cosa le ha donato la Basilicata?
Mi ha donato la vita e la compagnia di tante persone straordinarie. Sono di Corleto Perticara, dove da quando ho quattordici anni me la cavo sola, ma nonostante tutto i miei amici e il mio ragazzo mi sono sempre stati accanto. Da quattordici anni ho perso i miei e il pianoforte e la poesia sono stati i miei fedelissimi compagni di viaggio. Mi piace comporre versi sciolti per fermare su carta gli istanti della vita. Adesso, che ho quarant’anni trascorro il mio tempo accudendo un anziano. Un lavoro ce l’ho.
E non ha voglia di mettere su famiglia?
Mi piacerebbe molto, ma non è arrivato ancora il momento.
Cosa manca ai giovani lucani?
Qui, in Basilicata, penso che manchi la possibilità di affermarsi professionalmente e di spendere il proprio sapere dove si è nati. A volte mancano idee progettuali e, quando ci sono, non è facile realizzarle. Noi giovani spesso pensiamo di poter realizzare i nostri sogni da soli, pensiamo che da soli possiamo perseguire gli obiettivi e concretizzarli, ma non è così. Qui, noi abbiamo bisogno di unire le forze e imparare casomai dalle persone più grandi, avendo l’umiltà di accettarne i consigli. I giovani hanno bisogno di sentirsi giovani e uniti. Hanno bisogno di fare rete.
Cosa suggerisce di fare per supportare i giovani lucani?
Sicuramente bisogna attivarsi sul territorio per promuovere lo spirito di cooperazione non solo tra i giovani, anche tra i meno giovani. Bisogna incentivare iniziative innovative. Sono convinta che il successo di un’iniziativa si basi sulla sinergia che esiste tra i componenti del tessuto sociale. A mio avviso promuovere iniziative per i giovani dovrebbe rappresentare un imperativo morale.
E a lei cosa manca?
A me manca la mia laurea in Scienze forestali, che spero di conseguire presto per potermi realizzare, trovando anche il tempo da dedicare alla poesia e alla musica. Ecco, adesso faccio la badante, ma spero di trovare un lavoro che mi permetta anche di risvegliare l’animo assopito della poetessa che è in me. Mi piacerebbe lasciare una mia traccia nella letteratura del Sud.
Ha mai pubblicato le sue poesie?
Sì, ho pubblicato due raccolte e un audiolibro.
Come si immagina tra dieci anni?
Tra dieci anni mi auguro di aver in parte realizzato i miei sogni e di avere nuove mete da raggiungere per le quali valga la pena spendersi.
Ha un messaggio da dare a chi legge?
Il mio messaggio è per i giovani lucani, che spero mi leggano. Ragazzi, voglio dirvi che noi siamo il futuro e che bisogna andare avanti sempre, raccogliendo le sfide che la vita di volta in volta ci propone. E ricordiamoci sempre, lo dico anche a me stessa, che anche quando gli eventi sembrano remarci contro non ci si deve arrendere mai. Dobbiamo cercare di trarre quanto c’è di positivo anche dalla peggiore situazione che possa capitarci. Aggiungo, poi, che non bisogna mai sottovalutare l’importanza degli affetti perché questi legami rappresentano il porto sicuro cui approdare nei momenti di tempesta. Per questo motivo, bisogna saper costruire sempre e mai dare nulla per scontato. Sono importanti i genitori e i parenti, ma anche gli amici. Per me gli amici sono la vita.