Poche parole per introdurre la mia rubrica “Basilicata. La storia, la politica, il suo popolo”.
Ritengo che la conoscenza sia una grande risorsa, come anche un’ottima opportunità di crescita, e sono convinta che entrare nelle radici profonde di un territorio, specialmente in quelle del proprio territorio, sia un’esperienza che richiede tempo, sacrificio e dedizione per crescere con consapevolezza.
E’ un po’ come ricostruire l’albero genealogico della propria famiglia perché, in fondo, la Basilicata è una grande famiglia.
La mia rubrica rappresenta il mio impegno per i lettori lucani e non, per questo mi auguro che siate invogliati a leggere le storie che vi propongo con la stessa forza che mi caratterizza e mi induce a divulgare quanto più possibile la bellezza delle radici a cui appartengo. Raccoglierò le testimonianze di quanti hanno concorso a realizzare il quadro politico e la storia della Basilicata, utilizzando al meglio le potenzialità del territorio.
Buona lettura!
Rosita Stella Brienza
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Ecco un’intervista che propongo di leggere come accade quando si compie da soli una passeggiata in verticale perché la politica ha strade imprevedibili e affascinanti e pause utili a rigenerarsi. E chi lo dice è Vito De Filippo, che indicando un percorso straordinario alterna visione a pragmatismo, conoscenza profonda a esperienza.
Lungo il cammino da compiere è utile essere ben equipaggiati, quindi occorre attrezzarsi per bene e ogni volta scegliere gli strumenti più adeguati per affrontare una battaglia, avendo cura di non lasciare mai sbavature. Perché il bene per la comunità è il fine a cui tendere e per raggiungere la meta desiderata occorre equilibrio e lucidità oltre a una buona dose di coraggio, forza e speranza.
La sua esperienza a servizio della Basilicata è maturata attraverso un percorso formativo che le ha consentito di entrare gradualmente sulla scena politica lucana. Quali sono stati i momenti salienti della sua formazione politica e come ha contribuito con il suo impegno allo sviluppo e alla crescita del territorio lucano?
La mia formazione alla Federico II di Napoli negli anni ‘80 mi ha consentito di entrare in contatto con tante realtà associative che si occupavano anche di politica. Sinceramente avevo scelto la strada della ricerca filosofica sotto la guida del professore Piero Di Vona con il quale pubblicai, dopo la laurea in filosofia, una serie di studi su Benedetto Spinoza. Direi, però, che i primi approcci alla politica in Basilicata sono stati determinati da due persone in particolare: mio padre che militava da sempre nella DC ed aveva avuto esperienze nell’amministrazione locale e sicuramente il senatore Decio Scardaccione con il quale intrattenevo rapporti familiari da sempre. Quest’ultimo di formazione “morotea” ha rappresentato con la sua cultura sociale e progressista, propria della migliore borghesia meridionale, un affascinate punto di riferimento anche culturale. Scardaccione veniva dalla scuola di Marcora, era lo zio di Tommaso Morlino, il primo collaboratore di Moro nel sud. Sia io, sia Scardaccione e sia Morlino siamo di Sant’Arcangelo! La mamma di Morlino era una Scardaccione e lui aveva uno speciale rapporto con il mio paese. A casa mia, grazie a mio padre, la “lezione” di Scardaccione e di Morlino era ben presente. Facendo il giornalista a Telenorba ed alla “Gazzetta del Mezzogiorno” incominciai a frequentare i dirigenti locali e nazionali della DC e del Partito Popolare popolare poi come Romualdo Coviello, Peppino Molinari, Tonio Boccia, Angelo Sanza ed Emilio Colombo! Tutti dirigenti e amici che hanno avuto una straordinaria importanza nella mia formazione ed esperienza politica ed amministrativa.
Qual è il contributo che ha dato per lo sviluppo dei settori che ha curato politicamente, mi riferisco all’agricoltura o alla sanità…
Se dovessi fare una breve sintesi sulle tante questioni che sono state all’attenzione della mia attività politica, direi sicuramente il contributo che ho dato in settori come l’agricoltura, la sanità, il sostegno all’Università della Basilicata ed anche la scuola e le tantissime iniziative nel mondo della cultura! La grande storia dell’aglianico, per fare un esempio, che oggi conquista mercati mondiali ebbe uno slancio con l’aumento delle quote ed il sostegno alle grandi organizzazioni cooperative alla fine degli anni ‘90, io ero assessore all’agricoltura e coinvolsi Paolo De Castro, ministro dell’agricoltura del tempo. La sanità lucana è stata sempre al riparo da “commissariamenti” unica nel sud, la nostra Università beneficia di una legge regionale di sostegno che ha consentito al nostro ateneo di resistere ad una legislazione nazionale molte volte contro le piccole università del sud, una legge che la Conferenza dei Rettori italiani ha sempre considerato come un punto di riferimento, i centri della creatività, ancora attivi, a Matera capitale della Cultura sono interventi e scelte che io assunsi con forza e convinzione. Uno dei più grandi finanziamenti sull’edilizia scolastica in Basilicata è stato realizzato quando ero al MIUR. Queste alcune delle grandi questioni.
Con la caduta della Prima Repubblica lo scenario politico lucano è cambiato. Cosa rimpiange di quegli anni?
La politica ha strade imprevedibili e affascinati per rigenerarsi innanzitutto. Quindi bisogna vivere e direi combattere con questa forza e speranza. Anche oggi che si vive in una “liquidità” a volte superficiale, altre volte insopportabile. Quello che rimpiango ma che possiamo ancora ritrovare della cosiddetta prima Repubblica sono sicuramente quei grandi partiti, luoghi potenti e non “arresi” di valori di confronto di progetti e di forza. In Basilicata la DC, il PCI, il Partito Socialista e anche le altre formazioni del ‘900 hanno avuto storie straordinarie, interpreti supremi di rango nazionale, europeo ed anche planetario. La fatica di quel confronto così formativo nelle sezioni, negli organismi dei partiti, nei comizi, nel lavoro sul territorio, era tumultuosa, straordinaria! Ecco a volte manca quella “fisicità” della Politica che ha fatto grande la Basilicata. Un rispetto formidabile per l’avversario, un confronto fatto di letture, di cultura e di approfondimento, non “fulminato” sull’istante.
Sul piano politico, quali personaggi hanno tentato l’impossibile per realizzare cambiamenti e migliorare le condizioni economiche e sociali in Basilicata?
Come dicevo la classe dirigente della Basilicata è stata all’altezza del compito quasi sempre. Con tutti i limiti di una situazione difficilissima. Vorrei ancora oggi ricordare che da Cavour al Conte Bis e fino ad oggi la questione meridionale si è dimostrata durissima. Quindi evitiamo di affidare questa diacronica complessità a sciamani più o meno evocabili. Quindi uomini come Nitti e Colombo come Calice o Chiaromonte, come Scardaccione o Mimi’ Pittella, Vincenzo Verrastro, Tonio Boccia, Giampaolo D’Andrea, Vincenzo Viti, Lillino Lamorte , Angelo Sanza, Gianni Pittella, Nicola Savino, Rocco Colangelo, Gabriele Di Mauro, Pietro Simonetti, Rocco Curcio, Romualdo Coviello, Peppino Molinari, Raffaele Di Nardo, Filippo Bubbico, Antonio Luongo, Vincenzo Folino, Erminio Restaino, Mario Lettieri, Marcello Pittella, Piero Lacorazza, Cosimo Latronico, Guido Viceconte, Nicola Pagliuca, Mirella Liuzzi e tantissimi altri hanno contribuito straordinariamente a difendere la Basilicata. Sono consapevole che quando si fa un elenco si rischia molto…ci sono tanti sindaci e tanti dirigenti che hanno dato un contributo eccellente!
Non per diffondere scoramento, ma come valuta il livello della politica dei tempi attuali (in cui i social hanno soppiantato il modello “romantico” della comunicazione politica, quello classico, fatto di piccoli gesti come: attaccare i manifesti, aprire e chiudere le sezioni, il tesseramento) e cosa propone per recuperare il romanticismo della politica e, quindi, il contatto con le persone?
Come dicevo prima pur avendo “nostalgia” di un certo modo di fare politica bisogna avere la capacità di guardare avanti! La nostalgia è un sentimento rispettabile che dobbiamo accudire anche, ma dobbiamo “estrarre” da quelle storie belle del passato le grandi passioni, le stupefacenti emozioni e “ricaricarle” per il futuro. I social sono un mezzo tumultuoso di rapporti e di relazioni che dobbiamo saper utilizzare. La politica ha “ingredienti” direi miracolosi che possono darci sempre la rotta, la via di marcia per l’interesse generale, per il Progresso della comunità!
Cosa serve oggi alla Basilicata per superare le emergenze e costruire un futuro migliore…
Direi innanzitutto recuperare il prestigio di una “grande” regione del sud. Senza alimentare fondamentalismi ricordo sempre che la Basilicata o Lucania non è uno spazio geografico o amministrativo, ma un popolo! Cambia molto!! Un sedimento così profondo nella storia italiana ed Europea come è il “popolo” lucano riconosciuto già dall’antica Roma deve stare sul piedistallo che merita! Se dovessimo seguire una certa lobby geografica la Basilicata è una piccola regione! Non è così! Assolutamente! Quindi la prima cosa è il prestigio che nei luoghi della politica e delle istituzioni italiane ed europee la Basilicata ha sempre avuto. Oggi la vita regionale sembra un’edizione minore, a volte impercettibile! E poi continuare ad investire in cultura, agricoltura e fattori identitari! Il luogo più fertile di futuro della Basilicata è la sua memoria, la sua storia!